Perché noi viviamo sulla Terra?  Qual è il senso delle nostre vite?  Che cos'è Dio?  Che cos'è l'uomo?  Come acquisire la salute e la felicità?
Che cos'è l'amore?  Come imparare a controllare le proprie emozioni?  Le risposte a queste domande possono essere trovate sul nostro sito.

Articoli & Conferenze

Il senso della vita

Dio

Multidimensionality of Space

L'uomo

Amore

Evoluzione

To Live in Harmony with the Evolution of the Universal Consciousness

Religione

The Religion of Unity
The Religion of Unity
The Religion of Unity

Salute

About the Methods of Healing

Destino

Lo sviluppo spirituale

 

La purificazione dei chakra. L’apertura del cuore spirituale

Autore Dr.Vladimir Antonov
Traduzione di Tatiana Baldi


Dopo l’acquisizione di tutto quanto descritto si può cominciare il lavoro della purificazione dei chakra.

Lo stato dei chakra è molto legato agli organi che si trovano nelle parti del corpo corrispondenti ad ognuno di essi. I chakra partecipano al mantenimento energetico degli organi e le loro malattie influiscono sugli stati dei chakra.

Per esempio nella “sfera della responsabilità”:

— dell’anahata sono cuore e polmoni ed anche le braccia, le mani e le ghiandole mammarie,

— del manipura sono lo stomaco e le altre strutture del sistema d’ingestione,

— dello svadhisthana sono gli organi intimi e la vescica e anche le gambe e i piedi,

— del sahasrara sono gli emisferi del cervello anteriore,

— dell’ajna sono tutto il resto del cervello e anche gli occhi, le orecchie, il naso,

— del vishudha sono tutto il collo, la tiroide, la mascella e la mandibola insieme all’apparato dentario. (Il confine fra le “sfere della responsabilità” dell’ajna e del vishudha passa sul palato).

* * *

Cominciamo il lavoro con i chakra. Esistono determinate combinazioni di suoni (mantra), il canto di esse favorisce lo sviluppo dei chakra grazie all’apparizione delle vibrazioni della risonanza. I mantra aiutano a raggiungere la chiara percezione dei propri chakra. Essi sono:

per sahasrara è am,

per ajna è vom,

per vishudha è ham,

per anahata è iam,

per manipura è ram,

per svadhisthana è vam,

per muladhara è lam.

Saremo in coro, in modo morbido e tenero, usando le alte frequenze del suono (il punto di riferimento è la voce femminile), a cantare a voce bassa mantra e nello stesso momento concentriamoci nei chakra corrispondenti. Nello spostamento da un chakra all’altro entriamo in essi da dietro, dalla parte della schiena.

Ripetiamo tutto il ciclo di mantra alcune volte. Dobbiamo raggiungere la chiara percezione delle vibrazioni in tutti i chakra.

È necessario praticare questo esercizio tutti i giorni. In assenza della possibilità di cantare mantra a voce, cantate nella mente, ma soltanto dopo l’acquisizione del canto a voce alta.

Adesso e anche in futuro, dedicheremo la massima attenzione al lavoro con i chakra e già soltanto per questo motivo, la vita diventerà più gioiosa e felice.

Se non riusciamo ad acquisire il tenero canto dei mantra per i chakra non potremo andare avanti. Questa difficoltà capita spesso agli uomini che non conoscono la raffinatezza. Esiste il metodo che li potrebbe aiutare. Si sorseggia dell’acqua e si fanno dei gargarismi. Si continua, facendo scendere l’acqua sempre più giù per la gola. Il suono diventa sempre più alto. Lasciamolo diventare alto al massimo. Questo suono sarà dello stesso tono con il quale si cantano mantra per i chakra.

Impareremo ancora un metodo per purificare e sviluppare i chakra. Creiamo dietro o dell’anahata l’immagine della dimensionale figura bianca splendente, che è formata dai quattro triangoli,uniti lateralmente, che si chiama tetraedro. Facciamola entrare da dietro con l’angolo davanti in ogni chakra, uno dopo l’altro, (escluso sahasrara e muladhara) e facciamola girare velocemente attorno all’asse orizzontale, che passa da dietro in avanti nella direzione antioraria, se si guarda da dietro. Per altri due chakra tutto questo bisogna farlo intorno all’asse verticale. Per sahasrara l’angolo del tetraedro deve essere girato in alto. Per muladhara in basso. La direzione è antioraria, se guardiamo da dentro al corpo. Se accompagniamo quest’esercizio con i corrispondenti mantra, sarà più facile il compimento di esso.

Tutti gli esercizi, descritti sopra, con i chakra e in seguito con i meridiani è più comodo farli in piedi.

Esiste ancora un semplice esercizio con il cuore spirituale che ognuno può provare a fare senza alcuna condizione. Percepiamo la nostra testa trasferita nella gabbia toracica: il naso, la fronte, le labbra. Proviamo a muoverli. Per non farla “salire” al suo posto immaginiamole un cappello sopra. E adesso la cosa più importante è aprire gli occhi, “sbattere” le palpebre… Ora impariamo a vedere il mondo esterno con gli occhi dal torace. Lo percepiamo diversamente da com’era prima: il mondo non sarà più grossolano e duro, ma sottile, tenero, che risponde alle emozioni dell’amore.

Questa è l’apertura del cuore spirituale.

Tutto è molto semplice. L’importante è avere il desiderio di farlo!

In futuro bisognerà imparare a guardare non soltanto in avanti dall’anahata, ma anche dietro.

* * *

Dopo aver imparato profondamente tutto questo, la stessa cosa bisogna imparare a fare con tutti i chakra. (“Le finestre” di sahasrara e muladhara diretti in su e in giù. Ma attraverso loro anche si può guardare in avanti e dietro).

Bisogna imparare a guardare dietro, non soltanto per sviluppare i chakra. Guardando avanti noi siamo abituati a vedere il mondo materiale, invece dietro ci sono sottili e puri eoni della Consapevolezza, che abita in essi.

È di più, con quest’esercizio noi ci prepareremo al momento in cui potremo consapevolmente uscire dal corpo. E anche questo bisogna imparare a fare all’inizio da dietro, da dietro dell’anahata.