L’amore per Dio
Autore Dr.Vladimir Antonov
Traduzione di Tatiana Baldi
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Per coloro che seguono la Via spirituale, fermamente e con
insistenza, questa è una Via di beatitudine, gioia, felicità crescenti.
Perché la segue così poca gente? Perché una gran quantità di
essi è del tutto soddisfatta delle azioni pseudo religiose tipo tintura delle
uova, ubriacature fradice durante le feste, rito di ammazzare gli animali e le
piante?
Sarà solo la mancanza di intelligenza che li spinge a tali
azioni, che spesso risultano veri e propri delitti davanti a Dio? O si tratta
anche della mancanza dell’amore verso Dio?
Ma l’Amore verso Dio non significa partecipare ai riti “per ogni
eventualità”: chissà, magari Egli esiste veramente e potrebbe punirmi….. L’Amore
verso Dio è passione d’amore per Lui (per conoscerLo ed unirsi con Lui).
Somiglia alla passione sessuale: coloro che sono innamorati di Lui, sentono
nostalgia quando sono lontani da Lui e si riempiono di beatitudine nei momenti
degli incontri (le meditazioni fatte correttamente).
Sì, per amare in questo modo Dio, bisogna essere veramente
capaci di amare ed innamorarsi. Dio è inaccessibile a coloro che non sono capaci
di amare. Gesù ha detto: prima imparate ad amarvi l’un l’altro; solo allora
saprete dirigere il vostro amore già sviluppato verso Dio-Padre.
Però, non è obbligatorio sprecare un’incarnazione per studiare a
lungo e con difficoltà l’arte dell’amore terrestre. Lo studio può essere
accelerato moltissimo per mezzo delle metodiche speciali di sviluppo dell’organo
d’amore — il cuore spirituale. E’ anche necessario capire che cosa è Dio. Perché
la gente seria non può essere ispirata all’amore dai personaggi fiabeschi che “i
pastori” delle correnti religiose degenerate presentano!
… La conoscenza di Dio-Padre è possibile soltanto nello stato di
monachesimo. Però il monachesimo non vuol dire indossare uniformi di un certo
colore — nero, bianco, arancio… E neppure chiamarsi orgogliosamente con un nome
nuovo (spesso un nome straniero). Questi sono soltanto giochi da bambini che gli
adulti giocano “in campo religioso”.
Il vero monachesimo non significa vivere obbligatoriamente in un
convento. E neppure rinunciare ad avere cura della famiglia, o servire
socialmente. E neppure vuol dire celibato obbligatorio, e nemmeno “la
macerazione delle carni”, rinunciando alle regole di igiene elementare o per
mezzo delle malattie.
Il vero monachesimo è essere collegato per mezzo delle indrie
non con gli oggetti del mondo materiale, ma con Dio. Il vero monachesimo è il
risultato dell’amore per Dio di un’anima sviluppata per mezzo delle pratiche
meditative.
Un monaco, come Dio intende questa parola, è una persona sempre
concentrata (allertata), che sta “in guerra totale” contro i propri vizi. Questo
guerriero spirituale lotta anche per il benessere dei suoi compagni sulla Via
spirituale.
Gli attributi importanti di un monaco-guerriero sono: avere la
propria cella — una camera o una casa dove dormire e passare la maggior parte
del tempo insieme a Dio, nonché la possibilità di appartasi all’aperto per il
lavoro meditativo.
E’ estremamente importante anche avere la possibilità di lavare
ogni giorno il proprio corpo col sapone. La pulizia del corpo giova alla salute,
favorisce la freschezza delle sensazioni e la finezza delle emozioni.
E’ bene avere anche un lume al quarzo, specialmente per coloro
che vivono nelle latitudini nord, per prendere sole per tutto l’anno. I raggi di
sole — non solo quelli “vivi”, ma anche quelli artificiali, fatti dall’uomo — ci
danno salute, favoriscono il benessere dei nostri corpi e delle nostre anime.
Ancora, senz’altro nella vita di un monaco-guerriero, gli
amici-compagni sulla Via devono essere i libri spirituali fondamentali, e — cosa
più importante — Dio percepito sempre come Maestro, Consulente, Padre-Madre
Universale, tenero, premuroso, ma severo nei confronti dei nostri sviamenti
dalla Via che porta a Lui.
Il criterio del successo di un monaco-guerriero spirituale è la
liquidazione dell’egocentrismo (esso si rivela con la suscettibilità,
aspirazione ad ottenere qualcosa per sé) ed il graduale aumento della sensazione
di Dio-centrismo.
Quest’ultimo presume non il sapere intellettualmente che Dio
esiste, ma sentire effettivamente che Egli è dappertutto, in tutto, Egli è TUTTO.
In questo caso non vi è più percezione di “se stesso” :UNENDOSI per mezzo delle
indrie con Dio, “l’io” personale inferiore gradualmente si scioglie in Lui. Non
è forse questo che cambia fondamentalmente lo status ecologico dell’uomo?
… Ai cercatori spirituali appassionatamente innamorati del
Creatore che non immaginano di avere altro senso nella vita che quello di unirsi
con Lui nell’amore ed aiutare gli altri in questo, Egli permette di trasportarsi
nella Sua Sede, in Sé. Essendosi collocato lì come cuore spirituale, è possibile
per la prima volta realmente abbracciare con le braccia della coscienza l’Amato
principale.
L’ulteriore consolidamento nell’Unione con Lui permette di
cominciare ad agire dalla Sua Sede, sentendo di essere una Parte del Creatore.
E’ questa l’auto-realizzazione spirituale completa, la completa
Liberazione, il
Nirvana supremo, la terminazione dell’evoluzione personale come uomo, la
piena conoscenza di Dio e di sé, l’Unione con Lui.
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