La purificazione dei chakra. L’apertura del cuore spirituale
Autore Dr.Vladimir Antonov
Traduzione di Tatiana Baldi
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Dopo l’acquisizione di tutto quanto descritto si può cominciare
il lavoro della purificazione dei
chakra.
Lo stato dei chakra è molto legato agli organi che si trovano
nelle parti del corpo corrispondenti ad ognuno di essi. I chakra partecipano al
mantenimento energetico degli organi e le loro malattie influiscono sugli stati
dei chakra.
Per esempio nella “sfera della responsabilità”:
— dell’anahata sono cuore e polmoni ed anche le braccia, le mani
e le ghiandole mammarie,
— del manipura sono lo stomaco e le altre strutture del sistema
d’ingestione,
— dello svadhisthana sono gli organi intimi e la vescica e anche
le gambe e i piedi,
— del sahasrara sono gli emisferi del cervello anteriore,
— dell’ajna sono tutto il resto del cervello e anche gli occhi,
le orecchie, il naso,
— del vishudha sono tutto il collo, la tiroide, la mascella e la
mandibola insieme all’apparato dentario. (Il confine fra le “sfere della
responsabilità” dell’ajna e del vishudha passa sul palato).
* * *
Cominciamo il lavoro con i chakra. Esistono determinate
combinazioni di suoni (mantra), il canto di esse favorisce lo sviluppo dei
chakra grazie all’apparizione delle vibrazioni della risonanza. I mantra aiutano
a raggiungere la chiara percezione dei propri chakra. Essi sono:
per sahasrara è am,
per ajna è vom,
per vishudha è ham,
per anahata è iam,
per manipura è ram,
per svadhisthana è vam,
per muladhara è lam.
Saremo in coro, in modo morbido e tenero, usando le alte
frequenze del suono (il punto di riferimento è la voce femminile), a cantare a
voce bassa mantra e nello stesso momento concentriamoci nei chakra
corrispondenti. Nello spostamento da un chakra all’altro entriamo in essi da
dietro, dalla parte della schiena.
Ripetiamo tutto il ciclo di mantra alcune volte. Dobbiamo
raggiungere la chiara percezione delle vibrazioni in tutti i chakra.
È necessario praticare questo esercizio tutti i giorni. In
assenza della possibilità di cantare mantra a voce, cantate nella mente, ma
soltanto dopo l’acquisizione del canto a voce alta.
Adesso e anche in futuro, dedicheremo la massima attenzione al
lavoro con i chakra e già soltanto per questo motivo, la vita diventerà più
gioiosa e felice.
Se non riusciamo ad acquisire il tenero canto dei mantra per i
chakra non potremo andare avanti. Questa difficoltà capita spesso agli uomini
che non conoscono la raffinatezza. Esiste il metodo che li potrebbe aiutare. Si
sorseggia dell’acqua e si fanno dei gargarismi. Si continua, facendo scendere
l’acqua sempre più giù per la gola. Il suono diventa sempre più alto. Lasciamolo
diventare alto al massimo. Questo suono sarà dello stesso tono con il quale si
cantano mantra per i chakra.
Impareremo ancora un metodo per purificare e sviluppare i
chakra. Creiamo dietro o dell’anahata l’immagine della dimensionale figura
bianca splendente, che è formata dai quattro triangoli,uniti lateralmente, che
si chiama tetraedro. Facciamola entrare da dietro con l’angolo davanti in ogni
chakra, uno dopo l’altro, (escluso sahasrara e muladhara) e facciamola girare
velocemente attorno all’asse orizzontale, che passa da dietro in avanti nella
direzione antioraria, se si guarda da dietro. Per altri due chakra tutto questo
bisogna farlo intorno all’asse verticale. Per sahasrara l’angolo del tetraedro
deve essere girato in alto. Per muladhara in basso. La direzione è antioraria,
se guardiamo da dentro al corpo. Se accompagniamo quest’esercizio con i
corrispondenti mantra, sarà più facile il compimento di esso.
Tutti gli esercizi, descritti sopra, con i chakra e in seguito
con i meridiani è più comodo farli in piedi.
Esiste ancora un semplice esercizio con il cuore spirituale che
ognuno può provare a fare senza alcuna condizione. Percepiamo la nostra testa
trasferita nella gabbia toracica: il naso, la fronte, le labbra. Proviamo a
muoverli. Per non farla “salire” al suo posto immaginiamole un cappello sopra. E
adesso la cosa più importante è aprire gli occhi, “sbattere” le palpebre… Ora
impariamo a vedere il mondo esterno con gli occhi dal torace. Lo percepiamo
diversamente da com’era prima: il mondo non sarà più grossolano e duro, ma
sottile, tenero, che risponde alle emozioni dell’amore.
Questa è l’apertura del cuore spirituale.
Tutto è molto semplice. L’importante è avere il desiderio di
farlo!
In futuro bisognerà imparare a guardare non soltanto in avanti
dall’anahata, ma anche dietro.
* * *
Dopo aver imparato profondamente tutto questo, la stessa cosa
bisogna imparare a fare con tutti i chakra. (“Le finestre” di sahasrara e
muladhara diretti in su e in giù. Ma attraverso loro anche si può guardare in
avanti e dietro).
Bisogna imparare a guardare dietro, non soltanto per sviluppare
i chakra. Guardando avanti noi siamo abituati a vedere il mondo materiale,
invece dietro ci sono sottili e puri eoni della Consapevolezza, che abita in
essi.
È di più, con quest’esercizio noi ci prepareremo al momento in
cui potremo consapevolmente uscire dal corpo. E anche questo bisogna imparare a
fare all’inizio da dietro, da dietro dell’anahata.
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